Origin - Omnipresent


Probably the main reaction about the release of this album would be something like "Fuck, Origin are returned! This is the end!
Mine instead? "Well, 3 years away from that literal trip in the face named "Entity", here the aliens led by Ryan Paul come down on Earth again to deposit the 6th burden of a now large discography.
If the individual usually represent the essence, the best of the entire full-length, in this case for me was not just so.
But let's go with order.
"Manifest Wastelands" is the first of 3 singles released; a scary sound wall, so that doesn't have big moments on which we can cling to remember it, but it just goes in one ear and out the other without leave nothing. ''All Things Dead", the second single, is a track that just released I did not exalt, even if after repeated listens I definitely re-evaluated and placed between the more significant tracks. The Absurdity Of What I Am", the third and final single, is a short track (not even 3 minutes) that sweeps away everything it meet, although I did turn up my nose for the simple fact that by adding these 3 songs I imagined what I should expect with the full album.

My negative expectations, i.e. a album of little duration focused on the heels of "The Absurdity Of What I Am", on the other hand were almost totally distorted.
The album eventually remains short, but in the midst of this abomination of violence and speed we also have singular episodes that slow, to precede the final blow. What I wanted very much, because it always go to over 300 bpm without benefit of that pre-devastation break, it makes often results such albums plain and foolish.
Permanence" is a prime example and is a track that serves as the intro, really not bad as choice. "Continuum" represents the "fresh air", a track to be savored in all its (short) length, just before, not surprisingly, the final massacre. ''Redistribution Of Filth" is a track that has a fast-paced, adorned by purely catchy, listening to you to move your head without realising. Is precisely what was missing! 

"Obsolescence" instead confirms to me that this record has been studied in detail by Paul Ryan and associates, in fact this "Omnipresent" is never ending, for my great astonishment. in continuous acceleration without a precise logical sense, but instead attacks when it's time to do so but is surrounded by short instrumental tracks that aim not only to make you catch your breath but letting Kansas band to show they have and use brain! As it was put, I would say that this album was one of the nicest surprises that I could wait. Notable is the experience shown in selecting the singles, and we can guess it only after listening to the full album.
So "Omnipresent" proves to be a further maturation of the Kansas band, which after this masterpiece, that for me will be the best of the discography, namely "Antithesis" and the delicious "Entity", once again manages to surprise everyone. The Origin are always been a Technical Brutal Death Metal band that looked ahead to other such groups, it is always a great riddle to compare them to bands of similar genres, and this "Omnipresent", is the more flashy proof.[Translated by Pietro Mugetti]


Probabilmente  la reazione per molti riguardo l'uscita di questo disco sarà stata qualcosa di simile a "Cazzo son tornati gli Origin! Non ce n'è per nessuno!"
La mia invece?
Ebbene a 3 anni di distanza da quella letterale bordata in faccia di nome "Entity", riecco che gli alieni capitanati da Paul Ryan riscendono sulla terra per depositare il 6° fardello di un'ormai folta discografia.
Se solitamente i singoli rappresentano l'essenza, il meglio dell'intero full-length, in questo caso per quanto mi riguarda non è stato proprio così. Ma andiamo con ordine.
"Manifest Desolate" è il primo dei 3 singoli rilasciati; un muro sonoro spaventoso, talmente tanto però che non ha grossi momenti su cui ci si possa aggrappare per ricordarla, ma semplicemente entra da un orecchio ed esce dall'altro senza lasciarti nulla.
"All Things Dead", il secondo singolo, è una traccia che appena rilasciata non mi fece per nulla esaltare, anche se dopo ripetuti ascolti l'ho nettamente rivalutata e messa tra le tracce più significative e "da salvare". 
"The Absurdity Of What I Am", terzo ed ultimo singolo, è una traccia breve (neanche 3 minuti) che spazza via tutto quello che incontra, anche se mi ha fatto storcere il naso per il semplice fatto che sommando queste 3 canzoni ho immaginato cosa mi aspettava con il full. 
Le mie aspettative negative, ovvero di un disco dalla minuta durata incentrato sulla scia di "The Absurdity Of What I Am" invece, son state quasi totalmente stravolte. 
Il disco alla fine rimane breve, ma in mezzo a questo abominio di violenza e velocità abbiamo anche episodi singolari che rallentano, per precedere la mazzata finale. Cosa che desideravo vivamente, perché andare sempre a oltre 300 bpm senza usufruire di quella pausa pre-devasto, fa risultare spesso e volentieri i dischi di questo genere piatti e insensati. "Permanence" ne è un esempio lampante ed è una traccia che funge da intro, veramente non male come scelta.

"Continuum" rappresenta la "boccata d'aria", una traccia da assaporare in tutta la sua (breve) durata, posizionata proprio prima, non a caso, del massacro finale.
"Redistribution Of Filth" è una traccia che ha un ritmo serrato, dalle vedute prettamente catchy, ascoltandola ti metti a muovere la testa senza rendertene conto; è proprio ciò che mancava!
"Obsolescence" invece, mi da la conferma di quanto questo disco sia stato studiato nei minimi particolari da Paul Ryan e soci, infatti questo "Omnipresent" non finisce mai, con mio grande stupore, in accelerazioni continue senza un preciso senso logico, ma al contrario attacca quando è l'ora di farlo ma è contornato da tracce breve strumentali che hanno l'obiettivo non solo di farti riprendere fiato ma di permettere alla band del Kansas di mostrare il cervello!
Per come si era messa, direi che questo disco è stato una delle più belle sorprese che mi potesse attendere. Notevole esperienza mostrata nel scegliere i singoli, e noi lo possiamo intuire solo dopo aver ascoltato l'intero full.
Per cui "Omnipresent" si dimostra essere un'ulteriore maturazione della band del Kansas, che dopo il capolavoro, che per quanto mi riguarda rimarrà il migliore della discografia, vale a dire "Antithesis" e il buonissimo "Entity", riesce ancora una volta a sorprendere tutti.
Gli Origin son da sempre stati una band Technical Brutal Death Metal che guardava avanti rispetto agli altri gruppi del genere, non a caso è sempre un gran dilemma paragonarli a gruppi di generi limitrofi, e questo "Omnipresent", ne è la prova più appariscente. 







Marco Gattini
Share on Google Plus

About Marco

YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
    Blogger Comment