Pathology - "Game Of Thrones"...emmh "Throne Of Reign"


Inutile cominciare dicendo frasi tipo: "Ma ancora loro?" - "L'ebola non è ancora arrivata in California a quanto pare..."
Oramai dobbiamo farci l'abitudine: fare un disco all'anno è il loro credo.
Non importa come, ma l'unica cosa che importa al trio americano è FARLO.
Il Brutal non è un genere che richiede idee ben precise e tanto tempo da dedicare al song-writing? "BAH, non capisco a cosa ti riferisci" - probabile citazione di uno dei componenti.
Non so se è la critica a non averli bastonati abbastanza o se son loro che se ne fregano delle recensioni e di ciò che pensa la gente, dando spazio solo ai 12 fan indonesiani che si ritrovano.
"Throne Of Reign" è il loro, aprite bene le orecchie, OTTAVO disco in OTTO anni di carriera, che si va ad aggiungere ad una discografia complessiva che non tira fuori nulla di DECENTE da almeno 4 anni.
Ora io non voglio star a giudicare il libro dalla copertina, non voglio dare per scontato che questo disco faccia merda da tutti i pori a prescindere, per cui mi son armato di pazienza e l'ho ascoltato tutto, diverse volte.
Con la noia messa da parte, devo dire che qualcosa da salvare c'è (come in tutti i dischi tra l'altro), suoni fintissimi e snervanti a parte: si continua sulla falsa riga di "Lords Of Rephaim", con una differenza abissale sui volumi e la chiarezza degli strumenti, magari avranno pensato che alzando spudoratamente il volume della chitarra così tanto da trasportarla in un universo a parte, sarebbero riusciti a trovare un sound più adeguato: NO.
Partiture molto più catchy del precedente cd con riff slammeggianti a spezzare e qualche tecnicismo apprezzabile qua e la. Nota dolente per quanto concerne gli assoli, non so che cosa gli sia saltato in mente: voglia di immettere ulteriori influenze, mettere in evidenza l'old school che li ha sempre caratterizzati, boh...fatto sta che quello presente in "Relics Past" è un assolo HEAVY METAL cazzo!
A tratti sembra che abbiano voluto imitare gli Abominable Putridity di "The Anomalies Of Artificial Origin", non solo per i suoni finti e la tamarrosità di essi, ma anche per quanto riguarda le influenze technical slam.
Infine il Guttural di Matti rimane molto alla Coprocephalic (non a caso ci ha collaborato insieme proprio quest'anno), incomprensibile e viscido, ma che due palle arrivati ad una certa.
Per cui se non vedevate l'ora che i Pathology tornassero con un disco ancor più finto del precedente, eccovi accontentati.

p.s. Un giorno i Pathology smetteranno di fare musica, ma non è questo il giorno!








Marco Gattini
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YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
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