Recensione: Ginkgo Dawn Shock - Heed


I Ginkgo Dawn Shock provengono dal sud Italia, sono dei ragazzi che tentano da qualche anno di prevalere sulla scena prog-groove-quelcheviva attraverso infuocate esibizioni di livello altissimo. Un gruppo di ragazzi con la passione per la musica in tutte le sue sfaccettature, che sono giunti, dopo l’ uscita del loro EP “3:24”, al primo disco in studio registrato al “Sudestudio” presso Angelo Buccolieri.
Il nome è “Heed” e sin dal primo pezzo si possono notare parecchie influenze di stampo tooliano e più in generale progressive moderno. Tuttavia è proprio dai Tool che questi ragazzi baresi colgono la loro più grande fonte di ispirazione, e proprio il primo pezzo “The Second Fish Course”, primo singolo rilasciato con relativo video, ci catapulta in un mondo pieno di controtempi e tempi composti. Sicuramente i punti forti del disco sono la voce del cantante, Alessandro Ciccolella, il basso del giovane Gabriele Terlizzi e il drumming potente e preciso del batterista Gilberto Bufi, senza tuttavia dimenticare il grande apporto del chitarrista, Giordano Bufi, che macina riff in una maniera impressionante.
Il disco prosegue attraverso molti alti e davvero pochi bassi, con un’ ispirazione sicuramente fuori dalla media che è indice di parecchie influenze e tanto tempo passato a suonare insieme.
I punti alti si raggiungono con il primo pezzo, con la strumentale “The Elephant Walk” e sicuramente con la titletrack, un vero e proprio gioiello. Un altro grande pregio del disco è la varietà che possiede la titletrack, con pezzi al limite dell’ elettronica e una collaborazione con il produttore “Glanko”, sempre di origine meridionale.
D’ altra parte sono presenti alcuni difetti, come la ripetitività di alcune parti di chitarra nel lungo intro di “e(b)sence”, che tuttavia si riscatta alla grande con un outro pieno di brividi e soli, e la grande somiglianza con gruppi ben più famosi come Tool e Porcupine Tree (e non so se si tratta davvero di un difetto, a trovarli gruppi del genere!).
Difficile trovare comunque dei difetti veri e propri che sfiorino l’ oggettività, il disco è davvero ispirato e ben prodotto, nonostante non si tratti di una major e si stia parlando del primo full legnth della band meridionale.
Sicuramente sentiremo parlare di questa giovane band, che si sta ritagliando sempre di più uno spazio proprio consistente nella scena progressive underground.




Tracklist
1.      The Second Fish Course
2.      The Elephant Walk
3.      E(b)sence
4.      Inverse
5.      Chirals
6.      Doppelganger
7.      Complexion (ft. Glanko)
8.      Heed

Recensore: Sebastiano Liso

SENTENZA: Giovani ruspanti


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