Recensione: Chaos Divine - Colliding Skies

Forse pochi di voi avranno sentito parlare della band Australiana ‘Chaos Divine’. Si presentano come una ‘hard-rock progressive’ band, che hanno come influenze band note come Pink Floyd,Karnivool, Mastodon,Porcupine Tree. Quella che si nota già da subito, è che sono una band fresca, a partire dai riff heavy, alle melodie e le prove canore di David Anderton. Anche se sono pieni di influenze di gruppi dello stesso genere, sono meravigliato dal fatto che è difficile accostarli completamente a band già in circolazione, come quelle già citate, e questo è proprio il punto forte della band, riescono a mischiare queste influenze senza mai risultare impersonali. L’album si apre con ‘Landmines’ , che inizia con una leggera parte elettronica seguita da chitarre brillanti che mettono subito l’ascoltatore a relazionarsi con la performance della band. La seconda traccia ‘Badge of Honour’ fa capire subito che la band non cerca soluzioni pesanti per le proprie canzoni, ma cerca di intrecciare parti lievi con giri progressivi, adornati meravigliosamente dalle vocals, e ci riesce molto bene. Di seguito abbiamo secondo me le tracce migliori dell’album ‘Painted with Grey’ e ‘Soldiers’ entrambe esempi di come si può scrivere perfettamente delle canzoni non troppo complesse ma allo stesso tempo orecchiabili e proponibili ad ascoltatori di ogni genere. In particolare ‘Soldiers’ che è la canzone più riuscita della release, (vi consiglio caldamente di guardare il video, è una perla per il valore simbolico che vuole mostrare), con un riff che coinvolge già dai primi secondi, con una batteria a tratti sincopata, una parte canora riuscitissima, il tutto chiuso con un assolo di chitarra notevole e emozionante, una ciliegina sulla torta che apprezzerete molto. L’album scivola bene soprattutto nella seconda metà, ‘Symbiotic’, ‘The Shepard’ sono piacevoli e rilassanti, anche se molto leggere, si ascolta notevolmente la particolarità che vogliono offrire. L'album contiene così tanti suoni ed emozioni differenti all'interno di ogni canzone, che è quasi impossibile annoiarsi durante l’ascolto. L’album è un lavoro molto completo, ha tutto quello che può offrire una release progressive rock, di certo non cambierà il mondo della musica, non è nato per farlo, ma vi offrirà quaranta minuti di musica scritta e suonata in modo pregevole. Consiglio caldamente.



Recensore: Marcello Mazza

SENTENZA: Pastori del Progressive



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