YDBCN intervista i Rosetta




Sicuramente i Rosetta sono tra i gruppi più "particolari" del nuovo millennio, hanno praticamente riscritto le regole del post-hardcore, fondendo l' hardcore stesso con influenze post-rock e post-metal. I ragazzi vengono da un nuovo album, pubblicato in questo 2015, il cui titolo è Quintessential Ephemera (trovate la recensione qui). Si tratta di un' autoproduzione, metodo utilizzato dagli stessi Rosetta fin da "The Anaesthete". Insomma, godetevi st' intervista che si tratta di un gruppo bomba.

Ci racconti la storia della band?

Ci siamo incontrati per la prima volta nel 2003. Noi quattro eravamo in altre band locali della scena di Philadelphia al tempo, e i Rosetta iniziarono come un side-project per quelle altre bands. Quando tutti quei progetti si sciolsero, i Rosetta continuarono. Abbiamo mantenuto la stessa formazione per 11 anni prima di aggiungere il nostro quinto membro, Eric Jernigan, dai City of Ships, con i quali abbiamo fatto un sacco di tour per molto tempo.

So che siete parecchio influenzati da viaggi nello spazio e dall’ astronomia, i test di questo disco riguardano ciò? Se no, l’ album ha un concept?

Non abbiamo usato, in realtà, lo spazio come metafora dai tempi  di Wake/Lift. Questo nuovo album ha a che fare principalmente con la crescente presenza della tecnologia nelle nostre vite, e il modo in cui mantiene la promessa di creare un mondo migliore ma spesso finise per isolarci e deumanizzarci. Il titolo si riferisce al modo in cui la maggior parte dei mass media e delle informazioni che leggiamo online sono temporanei e hanno breve vita, e alla fine non significano nulla, nonostante a primo impatto sembrino importanti. Quindi viviamo costantemente distratti. È molto difficile avere uno scopo nella vita quando sei continuamente circondato da rumore digitale.





C’è qualcosa di strano riguardo “Quintessential Ephemera”: la maggior parte delle tracce non hanno davvero un nome. Ci puoi dire di più riguardo questa decisione?

Semplicemente non siamo riusciti a pensare a titoli che potessero essere adatti per le canzoni. Al posto di schiaffar loro un titolo inappropriato e dell’ ultimo minuto, abbiamo deciso di non dar loro un nome.
Da “The Anaesthete” avete preso la decisione di rilasciare autonomamente i vostri dischi. Come mai questa scelta?
Ha solamente avuto un senso al tempo di quel disco, e penso che abbiamo provato si tratti di una buona scelta. Senza alcun intermediario, siamo in grado di recuperare le nostre spese molto più velocemente. E ciò ci lascia soldi per prendere rischi su nuove locations per i tour e per produrre dischi più velocemente. Sin da quando abbiamo deciso di autoprodurci, abbiamo scritto e pubblicato nuova musica a velocità doppia di prima. Continueremo con questa scelta per molto tempo.





“Quintessential Ephemera” suona diversamente dagli altri vostri album. È stato Eric Jerniga, il vostro nuovo chitarrista, a portare nuove idee nella band?

Sicuramente. È esattamente il motivo per cui abbiamo chiesto a lui di registrare con noi. Si tratta di una via per spingerci in nuovi territori e crescere come musicisti – aggiungendo non solo un altro musicista, ma anche un grande compositore. So che mi ha portato a iniziare ad ascoltare le cose in una nuova maniera – Eric ha spesso scritto parti che non mi piacevano all’ inizio, ma appena ho aperto la mente e contribuito con le mie composizioni, siamo finiti a scrivere qualcosa di molto più bello rispetto a ciò che avremmo potuto scrivere singolarmente. È stato davvero gratificante.

La vostra musica è molto influenzata da un sacco di generi differenti tra loro, dal post-metal all’ hardcore e più, ed è molto personale, cosa che per me è molto importante ai giorni nostri. Ma come puoi definire la musica che suoni e perché?
Non penso sia necessario definirla. Quando dai un’ etichetta a qualcosa, ci sono volte in cui parti prevenuto dall’ ascoltare tutto ciò che ha da offrire. In ogni caso, cambiamo il nostro sound album dopo album. Quindi se creassimo una nostra identità come band con un sound particolare, deluderemmo moltissimi con una nuova uscita. Se volessimo creare un’ aspettativa, vorrei che fosse quella  di continuare a stupire le persone.

Penso che con i Neurosis, i The Ocean e i Cult of Luna voi siate il meglio che attualmente la scena post-robe abbia da offrire. Vi sentite una band “cult” o la reazione del pubblico al nome “Rosetta” è cambiato da quando “Wake/Lift” è uscito?

Si, penso che in un certo senso siamo una band cult. O per lo meno, il nostro pubblico non è molto grande – ma alle persone a cui piacciamo, piacciamo MOLTISSIMO. Prima eravamo solo un altro nome in un mare di bands che le persone confrontavano ai Neurosis o agli Isis, ma molte di quelle band si sono sciolte da molto e non suoniamo più come gli Isis da molti anni oramai. Quindi siamo sopravvissuti, ma senza alcuna diceria e voce della scena che abbiamo avuto all’ inizio. Ma non ci è importato molto di quello in ogni caso. Penso che adesso la gente ci associa con un certo tipo di catarsi sonica che collega un ambient grosso e pesante con dei live dal gusto molto hardcore. Non troverai molte band “post-metal” che faranno singalongs hardcore nel pubblico o che avranno gente fare stage-diving durante lo show, ma noi abbiamo tutto ciò. Questo ci rende una band abbastanza atipica…troppo “spaziale” per molti fan dell’ hardcore, e troppo in-your-face per molti post-rock snobs.




Ultimo per ordine ma non per importanza: nel vostro tour europeo non è presente l’ Italia. Avete piani di venire qui prima o poi?

Amiamo l’ Italia e tentiamo di venirci quando possibile. Il nostro tour manager e agente di promozione, uno dei nostri migliori amici in assoluto, è italiano. Questo tour era davvero troppo piccolo per venirci, ma la prossima volta faremo tutto il possibile per suonare in Italia.

Grazie per la vostra pazienza. Se volete dite ciao ai vostri fan italiani!

Grazie a voi! Speriamo di essere presto in Italia!
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About Sebastiano Liso

YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
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